“... dopo la mia morte, commemoratemi così:
“C’era un uomo - e guardate: non c’è più ...
Prima del suo tempo quest’uomo è morto
e a metà si è interrotto il canto della sua vita ...
Che dolore! Aveva ancora una canzone —
ed ora ecco, questa si è perduta per sempre,
perduta per sempre !
E’ molto triste ! Egli aveva un violino —
un’anima vivente e parlante,
e quando il poeta vi parlava
gli narrava tutti i segreti del suo cuore,
la sua mano suggeriva tutti i suoi suoni.
E tuttavia, un solo segreto dentro di sé egli ha nascosto,
mentre attorno attorno le sue dita ricamavano,
una sola melodia era rimasta muta,
e muta è rimasta fino ad oggi ! ...
E’ molto, molto triste !
Per tutta la sua vita questa melodia,
si era mossa silente, aveva tremato silente,
al suono della sua musica, al suo fedele redentore
essa aspirava, bramava, desiderava, si sentiva trasportata,
così come ogni cuore anela al cuore che gli è destinato;
e anche se esso si attardava — quotidianamente lo attendeva
e con un sospiro occulto lo invocava —
ma egli ritardava, e infine non giunse,
addirittura non giunse ! ...
E’ molto grande, molto grande il dolore !
C’era un uomo — e, guardate, non è più,
il canto della sua vita a metà si è interrotto.
Aveva ancora un canto
ed ora quel canto è andato perduto per sempre,
perduto per sempre!”
Chaim Nachman Bialik
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Dopo la mia Morte
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