Per una costa già cara ai fagiani
giungo dove non ronzano i beati,
su un gran piano venato d'acque appena
rotte, dai margini qua e là
fioriti di piumini come neve.
Una nebbia si insinua,
allontana le vette.
Un'ansia mi caccia.
Mi fermo d'improvviso tra i calcestri
biancheggianti del passo, davanti
a uccelli dal collo di pietra.
Allo sparo gallinette si levano,
dileguano nella nebbia
che ora punge la memoria.
Giorgio Orelli
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