Presto di mattina
a un passo dal cancello, non ricordo
se in strada o nel giardino.
Non era chiuso, né aperto.
Poteva essere molto tardi.
Poteva esserci vento.
Bisognava rincorrerli – gridare
slittando sulla ghiaia,
darsi slancio sui pali delle dalie,
abbattersi sui platani, volare
su tre gradini di graniglia,
svelto, più svelto! Prima che qualcuno
(la Gondrad, anche allora?) bestemmiando
per troppo noce,
ansando cieco per le scale,
portasse dentro – prima la testata,
poi le molle, le sponde –
il letto di mia madre.
Giovanni Raboni
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