Tutto stava nella luce,
senza fuori né dentro,
né entrata né uscita.
E nulla si vedeva.
All’improvviso si schiuse l’aria:
la montagna, l’orto, il limone e la rosa,
l’entusiasmo della formica
che esplora la mia mano,
la donna che annuncia in cucina il
suo gustoso mezzogiorno,
il vecchio che accorda la propria stanchezza
ai pochi denti e alla debole melodia.
Le ore e le cose sono nella loro pienezza.
Tra poco la loro giornata sarà compiuta.
Di gradino in gradino scaleranno il dirupo
il pendio dell’ombra per poi occultarsi
dietro il manto disteso di tutta la pianura.
Jorge Arbeleche
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