Il vestitino ricamato a uccelli
é irrimediabilmente rovinato.
Lo comprammo a primavera.
Lei stava seduta sulla sedia,
le braccia sollevate come rami.
Appoggiai la testa sul suo seno
ascoltando l’uccello più pesante
battere al centro della nostra felicità.
Ogni cosa precipita e scompare,
i vestiti che erano così allegri
giacciono nei solai, come le bambole
con cui i monelli giocavano.
Il letto dove ci si amò
é quello di un fiume su cui
l’incantevole allucinante vita
è trascinata fin dove il torrente può.
Nidi e rami canori
mischiati a blocchi di ghiaccio
furono le primavere di ieri.
Abbracciamoci con un bacio solenne
dove le menti di entrambi hanno occhi
contemplanti al di là di tutto questo
universale smarrimento, e nello sguardo
dell’uno nell’altro,
accetta quello che passa, credi a quanto rimane.
Srephen Spender
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