L’estate che sembrava interminabile
è come evaporata nella sera…
Scomparse le cicale, se ne andranno
le rondini, e dal brumoso orizzonte
novembre scenderà sulle colline.
Dalla pianura deserta, dagli alberi silenti,
dai campi spogli, dai cortili dormienti
si leveranno allora le voci dei morti:
nei bisbigli dei muri - rovistando i solai
delle case, frugando nella nostra vita -
cercheranno suffragi e parole dimentiche…
Per ridere di noi, del nostro cielo
di nuvole, del tempo che ci resta;
potremo rivedere ogni talento
sepolto ed ogni lampada nascosta:
fino a gelarci il sangue nelle vene.
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